I disordini connessi all'elaborazione uditiva fanno riferimento a quelle capacità del cervello di distinguere e attribuire significato agli input sonori.
La capacità uditiva è il punto di incontro fra udire e comprendere, la connessione che ci permette di integrare le informazioni uditive e converte i suoni in significati.
Chi possiede difficoltà di elaborazione fatica a comprendere informazioni verbali come eseguire una serie di istruzioni, seguire lunghe conversazioni, tollerare il rumore, in special modo quando le informazioni vengono comunicate in modo “disturbato” da altri suoni, rumori o contesti distraenti.
Fra i sintomi che possono manifestarsi e che testimoniano la difficoltà ad integrare le informazioni uditive vi sono:
difficoltà nell'utilizzo del linguaggio e nell'articolazione di ciò che una persona desidera dire
difficoltà nel seguire o ricordare istruzioni
difficoltà nel leggere a voce alta
carente risposta al linguaggio umano, mentre permane normale quella ai suoni ambientali
inversione di lettere e parole: per esempio “d” e “b”, “cip” e “pic”
difficoltà nel pronunciare parole: per esempio “fussicente” al posto di “sufficiente”
difficoltà ritmiche
lentezza nell’apprendere la connessione fra lettere e suoni
difficoltà nel ripetere un racconto nella sequenza corretta
mancanza di una netta lateralizzazione oltre i 4-5 anni
Si tratta di un deficit piuttosto delicato, sia perché la diagnosi può rivelarsi complessa (i normali test ORL-esami audiometrici tonali possono risultare negativi e, dunque, non far evincere il problema) sia perché la ricerca si interroga ancora a proposito di molto fattori legati al disturbo e alla sua incidenza sulla popolazione.
Esistono alcuni segnali, però, ai quali è importante far caso, perché possono far sospettare un disturbo di elaborazione uditiva nel bambino.
I primi segnali possono essere di tipo linguistico: il bambino talvolta fa fatica ad esprimere i propri concetti, a pronunciare alcune parole e ha difficoltà a ripetere un racconto che ha ascoltato nella sequenza corretta. Sempre in ambito domestico, si possono riscontrare alcuni ritardi nello sviluppo del linguaggio: il bambino è più lento dei suoi coetanei ad apprendere la connessione tra lettere e suoni o a memorizzare nuove parole.
L’elenco sopra riportato fa riferimento in particolare alla manifestazione del disturbo nell'età evolutiva, ma anche gli adulti possono andare incontro a problemi nell'elaborazione uditiva e quindi beneficiare dell’integrazione sensoriale offerta dalla terapia d’ascolto.
Fra gli approcci più celebri vi è quello proposto dal dott. Alfred Tomatis, medico otorinolaringoiatra che ha trovato il modo di migliorare le funzioni cerebrali stimolando le orecchie mediante la musica. La sua terapia, che tratta la causa del problema lavorando sia sulle orecchie sia sul modo in cui il suono viene percepito dal cervello, consiste nell’ascolto in cuffia di musica filtrata in base alle singole e personali esigenze.
Il filtraggio avviene grazie ad uno strumento inventato dal dott. Tomatis (chiamato Orecchio Elettronico) che impone cambiamenti tonali e frequenze acute per arrivare a stimolare l’intero sistema uditivo, dal timpano alle cortecce uditive.
La struttura organizzata ed armonica della musica classica con il suo effetto stimolante, ulteriormente incrementato dall’Orecchio Elettronico è stata provata essere una via efficace per aumentare l’efficienza neurale nell'elaborazione dei suoni.
Esistono altri ed alternativi approcci possibili per affrontare il disordine di elaborazione uditiva, la cui assunzione dipende dalla precisa natura del deficit.
Si possono distinguere tre azioni fondamentali:
- aumento delle competenze percettive uditive;
- miglioramento delle risorse cognitive e linguistiche;
- potenziamento della qualità del segnale uditivo.
Le prime due si ottengono attraverso la cosiddetta formazione uditiva, la terza, invece, facendo uso di un ausilio audiologico, un apparecchio acustico.
In effetti non esiste ancora una cura definitiva che viene universalmente adottata, gli stessi studi sulla formazione uditiva non sono concordi sulla sua reale efficacia. Non si riesce ancora a stabilire per certo se gli effetti positivi riscontrati nei pazienti che si sono sottoposti a questo tipo di “educazione” sono frutto della loro naturale maturazione e del perfezionamento delle loro procedure di apprendimento od esito di un'efficace terapia.
Come Assistente alla Comunicazione e professionista del sociale considero che i diversi approcci vadano in ogni caso tentati in modo integrato, per assicurare alla persona, bambino od adulto che sia, una qualità della vita ottimale. Per questo credo ed investo in una presa in carico multi professionale al "problema": un'approccio che tenga insieme strategie educative e comunicative, logopedia e re-indirizzamento a medici e terapie specializzate nell'ambito.
Rivolgersi alla Studio Cambiamenti significa anche questo: resta aggiornato e chiedici come!
Assistente Sociale Specialista e Assistente alla Comunicazione
Dott.ssa Valeria Schiesaro
FONTI:
M. L. Kutscher, "Mio figlio è senza freni", ed Erickson, 2010
https://www.tomatismodena.it/capd/
https://www.specialistidelludito.it/bambini-e-scuola/disturbo-di-elaborazione-uditiva