In questo articolo voglio approfondire ruoli e competenze di una figura professionale ancora ad oggi insufficientemente normata e riconosciuta, mettendo in luce le conseguenti forti disparità di trattamento, non equa retribuzione e indeterminatezza dei compiti, oltre che precarietà costante. La figura è normata a carattere generale nelll'art. 42 del Dpr 616/1977 - Assistenza ai minorati psicofisici e prevista nell'art. 13 della Legge n. 104/1992 - Obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali. Vi sto parlando dell'Assistente all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), l’operatore socio-educativo specializzato che affianca e supporta la persona affetta da disabilità sensoriale (sordo, cieco, sordocieco), psico-fisica e/o con disturbo dello spettro autistico.
Tradizionalmente i destinatari di questa professionalità sono gli studenti con disabilità di comunicazione; col tempo, però, la corretta lettura delle norme ha consentito la diffusione dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione anche in presenza di altre tipologie di significativa disabilità. Egli quindi non nasce solamente al fine di garantire il diritto all'inclusione scolastica dell'alunno disabile ma agisce nella compensazione delle difficoltà comunicative e relazionali conseguenti alla condizione di handicap. Il suo obiettivo è quello di favorire sia il rispetto del diritto all’istruzione e all’integrazione sociale ma anche quello di interfacciarsi con istituzioni e professionisti del settore, agevolando un adeguato rapporto comunicativo per chi ne ha bisogno. L'assistente alla comunicazione collabora infatti in tutte quelle attività finalizzate al conseguimento di abilità comunicazionali, linguistiche e relazionali ma anche allo sviluppo dell’autonomia, delle capacità, alla rieducazione, riattivazione e al recupero funzionale. Per quanto concerne il progetto educativo a scopo didattico la necessità dell'assistenza specialistica all'autonomia e alla comunicazione deve essere prescritta nella documentazione sanitaria-scolastica contenente la certificazione e la diagnosi funzionale dello studente, cioè la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell'alunno in situazione di handicap. In presenza di tali situazioni certificate la scuola (in capo al Dirigente Scolastico - nota del M.I.U.R. n.3390 del 30/11/01) e le famiglie inoltrano la richiesta agli Enti locali (Città Metropolitana e Comuni) i quali sono obbligati, secondo la L.104/92, a fornire l’assistenza necessaria, in caso contrario verrebbe leso il diritto all’istruzione sancito sempre dalla L.104/92. Sarà, poi, l'Asl di competenza territoriale ad individuare ed assegnare la figura professionale
specifica (art.12 L.n.104/92).
Le ore di assistenza scolastica previste e autorizzate per ciascun alunno vengono indicate nel PEI, il progetto educativo individuale in capo ad ogni studente “certificato”.
Gli obiettivi e le competenze dell’ASACOM, che si va ad inserire in questo “monte ore” a disposizione della scuola, comprendono: - La partecipazione all’individuazione delle politiche inclusive della scuola (PTOF); - La collaborazione alla redazione del PEI; - La proposta di strumenti e metodologie didattiche al fine di integrare l'alunno al contesto classe; - La gestione delle modalità per migliorare la comunicazione diretta e la relazione tra i docenti, alunno e gruppo dei pari;
Nasce qui il bisogno di fare un'importante premessa: l'asacom e l’insegnante di sostegno NON sono la stessa cosa, si tratta di 2 figure completamente diverse. L’asacom è un assistente ad personam, ovvero assegnato allo studente con disabilità; l’insegnante di sostegno possiede un titolo polivalente e non specializzato su un tipo di disabilità e viene assegnato alla classe. La compresenza o l’alternanza delle due figure può verificarsi ed anzi può essere un’ottimo strumento per prendere in carico il bisogno dello studente a 360°. L’asacom infatti, oltre a fungere da ponte comunicativo, è anche un “consulente” che ha le competenze per offrire momenti informativi inerenti le metodologie da utilizzare per specifiche disabilità (ES. Lingua dei Segni Italiana/ Braille/ Malossi/ ABA/ CAA/ Pecs…). Egli può lavorare anche a titolo privato, mediando fra le richieste della famiglia, i programmi educativi e formativi stabiliti dall’insegnante e dalla scuola, integrando il lavoro del logopedista e ponendosi a scavalco fra ruolo educativo e terapeutico. La LIS (Lingua Italiana dei Segni) è una competenza trasversale ed eventuale che l’ASACOM può possedere in più, in aggiunta al proprio bagaglio formativo. Ma l’ASACOM non è un interprete di Lingua dei segni, il professionista che si occupa di traduzione e interpretazione in simultanea e in consecutiva tra la LIS e la lingua orale parlata. L’interprete ha alle spalle una specifica formazione, di solito gestita dagli ENS (gli Enti Nazionali Sordi siti in ogni capoluogo di Provincia) ed ha concluso i 3 livelli di corso di Lingua del Segni. Nelle scuole, come nel resto della socialità, la lingua dei segni viene usata non solo dai sordi ma può essere utilizzata come potenziamento della comunicazione verbale, anche da chi ha deficit linguistici o preferisce esprimersi attraverso altri canali. Le persone con disturbo dello
spettro autistico ad esempio, possono presentare disturbi del linguaggio e comunicativi, i bambini con sindrome di Down possono caratterizzarsi per espressioni “non vocali”.
In sostanza: se l’ASACOM conosce almeno le basi della LIS avrà un’ulteriore risorsa da spendere, ma deve necessariamente prima essere in possesso di altre competenze per svolgere il suo lavoro.
I criteri di reclutamento e formazione di tale figura professionale, delegati agli Enti Locali, meritano qui un breve approfondimento poichè rappresentano uno dei principali nodi ancora da sciogliere.
Il D. Lgs. 13 aprile 2017 n. 66, integrato dal D. Lgs. n 7 agosto 2019 n.96, ha previsto, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, che siano individuati i criteri per una progressiva uniformità su tutto il territorio nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale, anche attraverso la previsione di specifici percorsi formativi.
Ma il punto cruciale è che al momento non vi è ancora un’uniformità nè un’evidenza di ruolo e di competenze chiara e distinta che qualifica e riconosce il ruolo dell’ASACOM.
A monte, sarebbe necessario l'abbandono di una forma mentis che confina questi professionisti in un concetto di figure "speciali" a cui demandare in maniera esclusiva il peso dell'azione educativa. Bisognerebbe invece raggiungere una "speciale normalità" per cui tutti gli attori sociali siano in grado di portare avanti un'azione educativa su misura di ogni individuo.
Nella scuola, l'esperto di didattica speciale (insegnante di sostegno) e quello dell'autonomia e della comunicazione diverrebbero "abilitatori" di contesti, trasferendo le competenze specifiche all'intera platea degli educatori che, a vario titolo, collaborano all'interno del sistema scolastico, evitando così ogni sorta di esclusione.
Nella società, la prassi da consolidare sarebbe quella di una collaborazione capace di agire efficacemente sui vari livelli della complessità che caratterizza il funzionamento umano.
L’Assistente alla Comunicazione appare dunque una figura professionale importante, unica e compensativa di ogni difficoltà comunicativa e relazionale, a cui nessuna persona portatrice di bisogni speciali dovrebbe rinunciare.
All’interno dello studio familiare cambiamenti è possibile avvalersi di questo Servizio che può essere erogato in sostegno a programmi didattici o privatamente, come educativa domiciliare e territoriale, nell’ottica dell’emancipazione e dell’integrazione sociale.
Crediamo nel potere della comunicazione e nella necessità di garantirla a chiunque, come un bisogno essenziale per esprimere sè stessi, al pari di qualsiasi strumento ausiliario in rinforzo alle differenti disabilità fisiche, sensoriali o cognitive.
Valeria Schiesaro
Assistente Sociale Libera professionista
371.5198964
FONTI https://www.viverefermo.it/2018/10/25/chi-lassistente-allautonomia-e-alla-comunicazione-facciamo-il-punto/703493/ https://www.studiocataldi.it/articoli/39361-scuola-l-assistente-per-l-autonomia-o-la-comunicazione.asp https://formazione.ens.it